Per poter parlare di terapia ormonale, è importante addentrarsi nel mondo di una delle malattie oggi più temute: il cancro. Questo male racchiude una serie di patologie molto complesse e diverse tra loro. Ciascuna presenta caratteristiche, decorso e trattamento propri.
In base al tipo di neoplasia, le cellule cancerogene risponderanno in modo diverso agli stimoli ormonali inviati dal corpo.
Questi ormoni promuovono la crescita e la proliferazione del cancro, per cui risulta necessario bloccare la stimolazione delle cellule tumorali tramite trattamenti come la terapia ormonale.
Cos’è la terapia ormonale?
La terapia ormonale è un trattamento sistemico contro il cancro. Per “sistemico” si intende un trattamento che una volta somministrato si sposta lungo il flusso sanguigno per raggiungere le cellule e rilasciare i propri effetti all’interno di tutte le cellule del corpo, non solo in quelle tumorali.
La terapia ormonale ha lo scopo di ridurre o bloccare l’azione di alcuni specifici ormoni, rallentando la velocità o bloccando la proliferazione e la divisione delle cellule maligne.
In quali casi viene somministrata?
I pazienti oncologici vengono sottoposti a diversi esami per poter stabilire il tipo di cancro dal quale sono affetti. Se la diagnosi è di tumore con recettori ormonali positivi, il paziente sarà un candidato per la terapia ormonale. Tra questi i più comuni sono il tumore al seno e quello alla prostata.
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Terapia ormonale e tumore al seno
Quando si parla di tumore al seno con recettori ormonali positivi, in genere si intende una neoplasia probabilmente che risponde allo stimolo degli estrogeni.
L’80% dei casi di tumore al seno in tutto il mondo sono di tipo ricevitore-positivo agli estrogeni.
Gli estrogeni sono ormoni prodotti naturalmente dalle ovaie, dalle ghiandole surrenali e dal tessuto adiposo. Hanno il compito di stimolare lo sviluppo dei caratteri sessuali della donna e della comparsa del ciclo mestruale.
La terapia ormonale nel tumore al seno ha lo scopo di ridurre le dimensioni del tumore, il rischio di recidiva a seguito di guarigione e di rallentare il ritmo di crescita della neoplasia in fase avanzata.
I farmaci somministrati nella terapia ormonale per il tumore al seno raggiungono il loro scopo mediante i seguenti meccanismi:
- Abbassamento dei livelli di estrogeni nel corpo
- Blocco dell’azione degli estrogeni sulle cellule
Poiché si agisce sugli estrogeni, questo trattamento è anche noto come terapia antiestrogenica.
Terapia ormonale e cancro alla prostata
Il cancro alla prostata risponde allo stimolo di altri ormoni, quelli androgeni. Come gli estrogeni nella donna, questi svolgono un ruolo importante nello sviluppo dei caratteri sessuali maschili secondari.
A differenza del tumore al seno, per quello alla prostata non è necessario individuare i recettori ormonali di superficie: la maggior parte dei tumori alla prostata presenta recettori degli ormoni androgenici.
La terapia ormonale in caso di tumore alla prostata ha lo scopo di ridurre la produzione di testosterone mediante castrazione chimica o chirurgica. Allo stesso modo, mediante il blocco del recettore androgenico presente nelle cellule tumorali.
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Effetti secondari della terapia ormonale
Quando il paziente si sottopone a terapia ormonale, potrebbe accusare alcuni effetti indesiderati determinati dalla riduzione o dall’assenza degli ormoni descritti. Nel caso delle donne con tumore al seno, potrebbero manifestarsi:
- Vampate di calore
- Sudorazione notturna
- Secchezza vaginale
- Calo del desiderio sessuale
- Sbalzi d’umore
- Osteoporosi
Nel caso degli uomini:
- Calo del desiderio sessuale
- Impotenza
- Osteoporosi
- Riduzione della massa muscolare e assenza di forza fisica
- Aumento del colesterolo nel sangue
- Diabete
- Aumento di peso
- Sbalzi di umore
- Stanchezza
- Ginecomastia (sviluppo del seno)
In conclusione
La terapia ormonale è un’opzione terapeutica spesso applicata nei casi di tumore al seno e alla prostata. Questo perché si tratta di due neoplasie caratterizzate da recettori ormonali positivi. I vantaggi e gli svantaggi devono essere valutati dall’oncologo.
Bibliografia
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