Gli effetti del maltrattamento fisico sono facili da vedere e da quantificare. Nessuno può tenere nascosto un braccio rotto, un livido sotto l’occhio, una labbro gonfio, una bruciatura…Quando si parla di abuso psicologico, di manipolazione, di maltrattamento e aggressione emotiva, le cose cambiano.
I danni non sono concreti, evidenti; non si possono radiografare. È tale la complessità, l’impatto invisibile che provoca, che la vittima stessa il più delle volte è incapace di chiedere aiuto.
Come spiegare ad altri, come pensare di essere creduti quando quello che fa male è l’autostima, l’identità: è tutto ciò che riguarda la sfera più intima e personale?
Non è facile. Non lo è soprattutto perché spesso non esistono meccanismi adeguati che permettano alla donna o all’uomo vittima di abuso di fare un passo avanti e denunciare questo tipo di realtà.
In alcuni casi viene a mancare il coraggio. Si temono le possibili conseguenze. Si ha paura di non essere creduti.
Il maltrattamento psicologico è devastante e spezza vite intere per una ragione molto precisa: proviene dalle mani di chi ci sta più vicino, da persone in cui riponiamo la nostra fiducia e che, il più delle volte, amiamo.
Vediamo quali possono essere le conseguenze sulla nostra mente e le emozioni che scaturiscono.
1. Sentimento di vergogna e senso di colpa
Non c’è niente di più avvilente e negativo quanto incolpare se stessi per quello che sta capitando.
Chi assiste ad una manipolazione emotiva dall’esterno arriva ad una tipica conclusione. Il fatto di pensare che “la persona viene maltrattata perché si fa maltrattare” oppure che “è debole perché si lascia dominare, ferire, controllare”.
- Attenzione ad esprimere un giudizio del genere; la persona vittima di abuso vive in una situazione di caos emotivo molto complessa da cui non è facile uscire.
È comune provare vergogna per se stessi al pensiero di come si è arrivati a quel punto. È altrettanto facile sentirsi troppo soli, isolati, incapaci di reagire per tirarsi fuori da un incubo simile.
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2. Perdita della memoria o del senso della realtà
Quando siamo sottoposti ad alti livelli di stress, di ansia e di sofferenza continua, è comune che alcune strutture del cervello, come l‘ippocampo collegato alla memoria, perdano volume e funzionalità.
- Possono allora verificarsi vuoti di memoria, difficoltà a concentrarsi, a prendere decisioni a mente lucida.
- Vivere in una sensazione di irrealtà è una situazione altrettanto comune.
Si tratta di un meccanismo di difesa in cui la mente si distacca dalla realtà per spersonalizzarla, per poter credere “questo non sta succedendo a me“.
3. Instabilità emotiva, sbalzi d’umore
Ci sono momenti in cui la vittima spera che la situazione cambi, che tutto possa essere migliorato e che sia ancora possibile ritrovare la felicità, l’integrità e l’equilibrio.
Seguono, subito dopo, le ricadute: si affaccia la frustrazione, l’ira, la rabbia e contemporaneamente la disperazione e la paura.
Quello che si prova è un complesso caleidoscopio di sensazioni ed emozioni in cui si è coscienti di aver perso il controllo della propria vita.
4. Il maltrattamento e il dolore fisico
Una vittima di maltrattamento psicologico non subisce un’aggressione fisica, ma la sofferenza che alla lunga si sperimenta sul proprio corpo fa male allo stesso modo.
Il malessere emotivo cronico finisce per creare una sintomatologia tipica: stanchezza, insonnia, cefalea, dolore muscolare e articolare, disturbi digestivi, estrema facilità ad ammalarsi a causa di un sistema immunitario debilitato.
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5. La sensazione di trovarsi in un vicolo cieco
L’impotenza appresa è un altro sintomo comune. La persona che subisce questo tipo di abuso finisce per pensare che nulla di quello che fa potrà servire.
- Ci si convince che nessuna parola, azione o tentativo di cambiamento potrà fermare il maltrattamento.
- Questo ci ricorda, ancora una volta, l’importanza di stare vicino in modo intuitivo e sensibile a chi ci invia segni di una sofferenza da abuso psicologico.
Quando dubitiamo o diamo voce a pensieri come “ma cosa stai dicendo, sei sicuro che faccia questo o sei tu che ne stai facendo una tragedia?“…
Il risultato è che la persona che si confida con noi si dispera ulteriormente, si allontana e si chiude in un sentimento di solitudine ancora più profondo.
6. Pensieri suicidi
Quando ci si trova chiusi in un vicolo cieco, cominciano ad affacciarsi pensieri di suicidio. Sono al principio idee, desideri momentanei, ma può anche arrivare il momento in cui togliersi la vita venga vista come unica soluzione al problema.
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È necessario che l’ambiente sociale circostante sia sensibile a tutti i segni indicatori, alle parole, ai gesti, agli atteggiamenti.
Il maltrattamento psicologico, infatti, al contrario di quello che pensiamo, lascia segni, tracce evidenti sul comportamento delle vittime.
Prendiamo coscienza di queste realtà e restiamo vicini a chi più ne ha bisogno.
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