Parlare di morbo di Addison significa parlare di insufficienza surrenalica. Non si tratta di una patologia comune: l’incidenza (o casi nuovi) è dello 0,83 ogni centomila persone, la prevalenza (o numero di casi) su una popolazione in generale è da quattro a sei casi ogni centomila persone.
Un tempo, la causa più comune responsabile di questa malattia era la tubercolosi, che colpiva le ghiandole del surrene. Oggi, visto che esiste un maggiore controllo della tubercolosi, la causa più comune è la malattia idiopatica: un’origine autoimmune in cui il corpo attacca i propri organi.
Nonostante i sintomi possano manifestarsi a qualunque età, è più comune tra i trenta e gli ottant’anni, con un picco di comparsa intorno ai quaranta. Come molte malattie endocrine, è più comune nelle donne rispetto agli uomini.
Cause del morbo di Addison
Dicevamo che parlare di morbo di Addison equivale e parlare di insufficienza surrenalica; dobbiamo, dunque, capire cosa sono le ghiandole surrenali e che funzione compiono.
Le ghiandole surrenali sono due e si trovano sopra i reni, nella cavità addominale. All’interno, ciascuna di esse è composta da due parti:
- Midollare del surrene: è la parte interna della ghiandola incaricata di produrre ormoni con una struttura simile a quella dell’adrenalina.
- Corteccia surrenale: è lo strato esterno di ogni ghiandola e ha il compito di secernere ormoni corticosteroidi. Tra i corticosteroidi che si formano proprio qui, possiamo citare:
- Glucorticoidi: il cortisolo è quello principale, con funzione metabolica, infiammatoria e di risposta allo stress.
- Mineralocorticoidi: l’aldosterone è quello principale e regola il sodio e il potassio nel corpo.
- Androgeni: ormoni sessuali maschili.
In presenza di un problema nella destrutturazione della corteccia delle ghiandole surrenali si parla di morbo di Addison. Senza corteccia, l’organismo non dispone di sufficiente cortisolo né aldosterone. I sintomi della patologia si spiegano proprio con la mancanza di quegli ormoni.
Sono causa della distruzione della corteccia surrenale:
- Autoimmune isolata: il corpo attacca in particolare la ghiandola surrenale con anticorpi.
- Sindrome poliendocrina autoimmune: malattia autoimmune in cui il corpo attacca diverse ghiandole allo stesso tempo.
- Infezioni: infezione da funghi o tubercolosi.
- Tumori: della ghiandola stessa o metastasi da cancro che ha origine in altri organi.
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Sintomi del morbo di Addison
Nel morbo di Addison, i sintomi si manifestano in modo insidioso. Nella maggior parte dei casi si presentano lentamente, diversi segni diventano evidenti, ma questo provoca confusione nella diagnosi. Alcuni sintomi passano inosservati o si confondono con quelli di altre patologie.
Il problema della diagnosi tardiva è la gravità che interessare il decorso del morbo di Addison, che mette in serio pericolo la vita di chi ne soffre. Tra i sintomi più frequenti troviamo:
- Inappetenza.
- Iperpigmentazione della pelle: più scura in determinati punti.
- Pressione bassa.
- Ipoglicemia: bassi livelli di zucchero nel sangue.
- Astenia: affaticamento, mancanza di forze.
- Dolori muscolari.
- Depressione.
Una manifestazione particolare della malattia è la crisi acuta, in cui i vari sintomi tra quelli appena elencati compaiono in modo improvviso. Si tratta di insufficienza surrenalica acuta. L’esito può essere uno shock mortale se non si interviene in modo adeguato e tempestivo. La crisi addisoniana è una questione di vita o di morte.
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Diagnosi e trattamento
Il metodo per diagnosticare il morbo di Addison consiste nella misurazione dei livelli ormonali. L’esame più semplice consiste nella misurazione del cortisolo e dell’ormone ACTH, che si trova nel sangue al mattino presto. Nel paziente affetto di Addison l’ACTH è alto e il cortisolo è basso.
Più specifica è la stimolazione del cortisolo naturale con un ormone ACTH artificiale e la misurazione dei suoi livelli nel sangue prima e dopo la stimolazione. Nelle persone affette dal morbo di Addison, il cortisolo non aumenta a seguito della stimolazione con ACTH.
Dinnanzi a qualunque sospetto, è fondamentale che il medico effettui una prima misurazione del cortisolo nel sangue. Se i risultati sono incerti o inconcludenti, bisognerebbe sottoporsi all’esame della stimolazione con ACTH in un secondo momento per confermare o meno la diagnosi.
Oltre a questa definizione eziologica, il professionista prescriverà la misurazione di altri parametri biochimici che potrebbero risultare alterati.
Una volta diagnosticata la malattia, la terapia di base consisterà nel sostituire artificialmente gli ormoni mancanti. Per sostituire il cortisolo vengono prescritti glucorticoidi di sintesi. L’aldosterone viene sostituito da steroidi simili, come il fludrocortisone. Infine, la mancanza di androgeni può essere trattata con un omologo, come il deidropiandrosterone.
Bibliografia
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