Iperkaliemia: cos’è e come si cura?

Nel soggetto che soffre di iperkaliemia, i livelli di potassio nel sangue sono superiori ai valori normali. Esistono diversi trattamenti per contrastare tale condizione.

Iperkaliemia simbolo chimico del potassio

L’iperkaliemia corrisponde a un’alterazione nei valori della concentrazione di potassio nel sangue. Nel caso specifico, i livelli risultano maggiori. Se, al contrario, fossero al di sotto della norma, parleremmo di ipokaliemia.

Affinché si verifichi l’iperkaliemia, i livelli di questo elettrolita dovranno essere superiori a 5,5 mmol/L.

Cos’è il potassio e a cosa serve?

Equilibrio sodio-potassio
Il potassio svolge un ruolo fondamentale negli elettroliti che influenzano la pressione sanguigna.

Il potassio è un elemento chimico il cui simbolo nella tavola periodica è rappresentato dalla lettera “K”. È un macrominerale con funzioni importanti a livello muscolare e nervoso.

Oltre a essere un macrominerale, è anche un elettrolita, così come il calcio e il cloro. Questi elettroliti svolgono un ruolo fondamentale al fine di mantenere l’equilibrio della pressione e della concentrazione di sostanze all’interno e all’esterno delle cellule. Le funzioni più importanti che questo elemento svolge all’interno dell’organismo sono le seguenti:

  • Determina lo sviluppo dello scheletro.
  • Partecipa all’equilibrio osmotico.
  • Interviene nella sintesi proteica.
  • È fondamentale nella trasmissione nervosa.
  • È coinvolto nella contrazione muscolare.

Cause dell’iperkaliemia

In generale, tale condizione è dovuta a una minore eliminazione di potassio da parte dei reni. Anche un anomalo movimento del potassio all’esterno delle cellule è una causa frequente. Ma esistono diversi fattori che contribuiscono allo sviluppo dell’iperkaliemia, tra questi troviamo:

  • Maggiore apporto di potassio.
  • Farmaci che alterano l’eliminazione del potassio da parte dei reni.
  • Gravi lesioni renali.
  • Malattie renali croniche.

Un’altra causa è la presenza di acidosi metabolica, come quella che si verifica nei pazienti affetti da chetoacidosi diabetica.

D’altro canto, la pseudoiperkaliemia è invece l’aumento artificiale del potassio che può portare a iperkaliemia. Ciò può essere dovuto all’applicazione prolungata di un laccio emostatico o dall’eccessivo serraggio del pugno durante un prelievo di sangue.

Anche la trombocitosi può causare pseudoiperkeliemia, poiché il potassio piastrinico viene rilasciato durante la coagulazione.

Sintomi dell’iperkaliemia

La maggior parte dei casi di iperkaliemia passano inosservati. Ovvero, tale variazione nei livelli di potassio in genere non presenta sintomi, quindi viene rilevata solo nei risultati di un esame di routine.

In presenza di sintomi, essi dipenderanno dalla gravità dell’iperkaliemia e dalla rapidità dell’insorgenza. Di norma, i primi sintomi sono:

  • Debolezza muscolare
  • Tremori delle braccia o delle gambe.
  • Formicolii.
  • Parestesia nelle dita delle mani e dei piedi.

Tali sintomi sono in genere accompagnati da insonnia, nausea, vomito e una minore attività cardiaca.

Nei casi più gravi, il paziente può soffrire di aritmie cardiache. Questo perché il cuore è un organo che necessita del potassio per contrarsi e affinché le sue funzioni si sviluppano correttamente. Per aritmia intendiamo un disturbo del ritmo cardiaco che ne influenza la frequenza, l’intensità e la regolarità degli impulsi nervosi.

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Diagnosi

Uomo che disegna un cuore
La principale complicazione nell’iperkaliemia riguarda l’alterazione del ciclo cardiaco.

Questa condizione può essere rilevata attraverso la misurazione della concentrazione sierica degli elettroliti. Il test viene eseguito contestualmente a un elettrocardiogramma al fine di valutare le possibili variazioni.

I pazienti che presentano alterazioni nei risultati dell’elettrocardiogramma soffrono di insufficienza renale, insufficienza cardiaca avanzata, ostruzione urinaria o sono trattati con inibitori dell’angiotensina (IECAS). In definitiva, per eseguire una diagnosi corretta, il paziente dovrà sottoporsi ai seguenti esami:

  • Misurazione di Kaliemia.
  • ECG.
  • Valutazione di terapie farmacologiche in corso.
  • Valutazione delle funzioni renali.

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Trattamento

L’obiettivo del trattamento è quello di abbassare i livelli di potassio nel sangue. Ma anche affrontare anche la causa scatenante di tale situazione, come interrompere la somministrazione di farmaci iperkaliemici.

Nei casi in cui l’aumento dei livelli di potassio sia moderato, il trattamento indicato è la somministrazione di alcuni farmaci, come le resine a scambio cationico. Possono anche essere prescritti dei diuretici o eseguire una dialisi.

Quando l’iperkaliemia presenta un valore superiore ai 6,5 ​​mmol/L senza mostrare alterazioni nell’elettrocardiogramma, il salbutamolo e il bicarbonato di sodio migliorano efficacemente la situazione.

Infine, quando i livelli di potassio sono superiori a 6,5 ​​mmol/L, e sono presenti alterazioni nell’ECG, la prima cosa da fare è proteggere il cuore. A tale scopo, per ridurre la kaliemia (il livello di potassio nel sangue), in genere viene somministrato il cloruro di calcio.

Nonostante le informazioni appena fornite, non esitate a consultare il medico se presentate i segni di questa malattia. Sarà lo specialista a indicarvi il trattamento più adeguato al vostro caso.

Bibliografia

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