In campo medico per lesioni da sguantamento, o degloving, si intendono le lesioni traumatiche che lacerano i tessuti molli della cute su vaste aree e che espongono l’osso. Interessano, in genere, le estremità.
Sono anche chiamate lesioni da avulsione e in genere causano danni irreversibili. In seguito a ciò, quando si verificano a carico della testa o del busto nella maggior parte dei casi sono fatali.
Classificazione delle lesioni dei tessuti molli
Classificare le lesioni delle parti molli aiuta a capirne la reale portata e le implicazioni. La classificazione usata è quella di Tscherne, e prende come esempio le fratture della tibia e le lesioni associate ai tessuti molli.
Grado 0
Le lesioni di grado 0 si verificano nelle fratture a bassa energia, come le fratture spiroidi della tibia negli sciatori. Non sono presenti segni evidenti di lesione.
Grado I
Queste lesioni accompagnano una frattura a energia moderata. Un esempio è la frattura-lussazione della caviglia. L’energia liberata produce una contusione lieve/moderata dei tessuti molli.
Grado II
Derivano da un meccanismo ad alta energia. Un esempio di lesione di II grado sono le fratture segmentarie chiuse della tibia, tipiche degli incidenti stradali.
In questo caso, i tessuti molli assorbono molta energia al momento dell’impatto, di conseguenza si produce una contusione profonda. In questa categoria rientrano anche le sindromi compartimentali.
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Grado III
Infine, le lesioni di III grado sono associate a gravi danni alla cute e ai muscoli come:
- Lesioni vascolari.
- Sindromi compartimentali avanzate: una grave condizione che causa l’aumento della pressione in un compartimento muscolare. Può causare gravi danni ai nervi e ai muscoli, oltre ad alterazioni nella circolazione del sangue.
- Trauma da schiacciamento.
- Lesioni da sguantamento.
Come possiamo vedere, le lesioni da sguantamento sono comprese nel gruppo più grave delle lesioni delle parti molli.
Ampliamento della classificazione di Tscherne
La classificazione di Tscherne è stata di recente ampliata in una scala a cinque punti che quantifica separatamente la gravità delle lesioni cutanee, muscolo-tendinee e neurovascolari.
La nuova classificazione è più precisa di quella precedente nel descrivere le lesioni da sguantamento. Nonostante ciò, la maggior parte degli specialisti segue ancora la scale di Tscherne.
Sebbene la classificazione delle lesioni dei tessuti molli possa essere utile, la loro gravità aumenta su scala continua; è quindi spesso difficile classificare in modo affidabile una lesione specifica.
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Trattamento delle lesioni da sguantamento
Il riconoscimento e la gestione dei tessuti molli è uno degli aspetti più importanti del trattamento. Naturalmente in questo caso è necessario rivolgersi a un centro specializzato.
Le lesioni di grado II e III in genere evolvono meglio quando si utilizza un fissatore esterno temporaneo e si ritardano gli interventi chirurgici.
Le lesioni da degloving richiedono quasi sempre importanti interventi chirurgici. Uno studio pubblicato sul Journal o Emergencies, Trauma and Shock sottolinea l’importanza di un approccio multidisciplinare. Alcune opzioni di trattamento comprendono:
- Reimpianto: consiste nel rimettere insieme parti del corpo che sono state amputate, ad esempio le dita della mano.
- Rivascolarizzazione: ricostituzione dell’afflusso di sangue ad aree che presentano una vascolarizzazione insufficiente.
Quando non è possibile preservare l’arto, deve essere eseguita un’amputazione.
Lesioni da sguantamento e guarigione finale
In definitiva, la tecnica scelta dipenderà dal caso specifico e dalla valutazione da parte dello staff medico.
Come ultimo passo, successivo alla chirurgia, il paziente dovrà sottoporsi a un ciclo di fisioterapia postoperatoria. Le possibili sequele dipenderanno dalla gravità della lesione e dal tipo di trattamento scelto.
Bibliografia
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