Displasia fibromuscolare: diagnosi e trattamento

In molti casi la displasia fibromuscolare è asintomatica. In questo articolo spieghiamo tutto quello che c'è da sapere su questa malattia.

Displasia fibromuscolare nelle arterie.

La displasia fibromuscolare è una malattia che colpisce una o più arterie, che si sviluppano in modo anomalo. Per l’esattezza, le pareti dei grossi vasi risultano danneggiate. In seguito a ciò, si producono restringimenti, noti con il nome di stenosi, che possono provocare aneurismi o a una lacerazione (dissezione aortica).

Se un restringimento riduce l’afflusso di sangue nelle arterie, possono presentarsi diversi sintomi che vedremo più in dettaglio in questo articolo. Diciamo innanzitutto che la displasia fibromuscolare colpisce soprattutto le arterie che portano il sangue ai reni e al cervello.

D’altra parte, questa malattia interessa molto più le donne che gli uomini, sebbene non siano immuni; lo stesso vale per i bambini.

Risulta difficile stabilire l’incidenza di questa malattia tra la popolazione generale. Il motivo è che i soggetti con displasia fibromuscolare lieve tendono a non presentare alcun sintomo, il che rende impossibile diagnosticare la malattia.

Cause della displasia fibromuscolare

Causa della displasia fibromuscolare.
La displasia fibromuscolare è una patologia che colpisce le pareti dei grandi vasi sanguigni, con grave rischio per la salute della persona.

Attualmente non è nota la causa scatenante della displasia fibromuscolare. Tuttavia, sono state elaborate diverse teorie.

S pensa che la causa possa essere genetica. Ciononostante, i membri di una stessa famiglia possono accusare diverse patologie a carico delle arterie, nonché presentare diversi gradi di gravità oppure non svilupparla affatto.

D’altra parte, poiché questa patologia è molto più comune nelle donne rispetto agli uomini, si pensa che gli ormoni potrebbero svolgere un ruolo determinante nel suo sviluppo. Alcuni studi, però, suggeriscono che l’assunzione della pillola anticoncezionale non sia in alcun modo associata alla displasia. Infine, altre possibili cause sono:

  • Sviluppo anomalo delle pareti dei vasi sanguigni, con conseguente insufficienza di ossigeno.
  • Posizione anatomica o movimento dell’arteria nel corpo.
  • Determinati farmaci.
  • Tabacco.

Sintomi

Sono molte le persone che non manifestano alcun sintomo durante l’esame fisico. In caso contrario, la sintomatologia dipenderà dalle arterie interessate e da possibili restringimenti, lacerazioni o aneurismi a carico delle stesse.

Qualsiasi dolore o sintomo clinico associato alla malattia colpisce nello specifico l’organo che riceve sangue dall’arteria in questione. Alcuni possibili sintomi di displasia fibromuscolare sono:

  • Pressione alta.
  • Malfunzionamento dei reni, individuato per mezzo delle analisi del sangue.
  • Soffio, udibile nel collo attraverso uno stetoscopio.
  • Ronzio alle orecchie.
  • Dolori.
  • Sanguinamento intracranico.

Bisogna considerare che questi sintomi, insieme agli altri di cui potrebbe soffrire il paziente con questa malattia, dipenderanno dall’arteria interessata.

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Come formulare la diagnosi di displasia fibromuscolare?

Arteriogramma come esame diagnostico.
L’arteriogramma è l’esame comunemente impiegato per formulare la diagnosi.

La diagnosi di displasia fibromuscolare consiste nell’esplorazione dei vasi sanguigni per mezzo di immagini. Al giorno d’oggi disponiamo di diverse tecniche che ci permettono di eseguire questo esame diagnostico. Alcune sono:

  • Ultrasonografia doppler: è una tecnica a ultrasuoni, specifica per i vasi sanguigni.
  • TAC alle arterie: si ottiene somministrando un liquido di contrasto per endovena.
  • Tipo specifico di imaging a risonanza magnetica.

In molti casi, la diagnosi di questa malattia richiede una procedura nota come arteriogramma o arteriografia. Si tratta di un esame eseguito da un radiologo, da un chirurgo vascolare, da un cardiologo e da uno specialista in medicina vascolare.

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Trattamento

Attualmente non esiste una cura per la displasia fibromuscolare. I trattamenti ai quali si sottopone il paziente, pertanto, hanno lo scopo di calmare i sintomi e prevenire eventuali complicazioni. Alcuni farmaci utilizzato a questo scopo sono:

  • Antiaggreganti piastrinici, come l’aspirina.
  • Farmaci ipertensivi.
  • FANS per calmare il mal di testa, sintomo comune in questi casi.

Talvolta risulta utile stimolare il flusso di sangue che attraversa i vasi costretti. A questo scopo, ci si serve di procedure come l’angioplastica con stent o angioplastica transluminale percutanea. La scelta tra l’una o l’altra procedura dipenderà dalle arterie colpite e dalla presenza o dalla gravità dei sintomi.

Bibliografia

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