Le coliche renali sono tra i dolori più intensi che si possano provare. Chi ne ha sofferto, lo sa bene. Il dolore si localizza nella zona lombare, a livello dei reni o poco più in basso, in corrispondenza dell’apparato urinario.
Viene definita “colica” qualsiasi dolore spasmodico. Questo va e viene, ritmicamente, provocando picchi di intensa sofferenza intervallati da brevi periodi di rilassamento.
In caso di coliche renali, il dolore ha origine nell’apparato urinario a causa di un’ostruzione nel tragitto che l’urina deve percorrere per raggiungere la vescica. A seguito di ciò, i dotti dell’apparato urinario si contraggono causando la colica.
Le coliche renali interessano la regione lombare e si irradiano all’area inguinale formando una semi-cintura. Verranno accusate sul lato sinistro oppure destro a seconda del sito dell’ostruzione.
Le cause delle coliche renali
Come anticipato, la causa del dolore è un’ostruzione delle vie urinarie. Questa ostruzione non lascia circolare l’urina formatasi nel rene e che deve raggiungere la vescica. Sebbene i calcoli renali siano la causa più frequente di ostruzione, ed è per questo che dedicheremo essi un paragrafo, esistono anche altre cause.
Tra le cause di natura maligna vi sono i tumori dell’apparato urinario, che possono includere tumori al rene, agli ureteri e quelli alla vescica che crescono verso l’alto. Anche un tumore maligno di un organo adiacente può schiacciare le vie urinarie, come nel caso dei tumori intestinali, ad esempio.
Tra le cause benigne troviamo l’aneurisma aortico: una dilatazione dell’arteria aortica nell’apparato digerente che può esercitare pressione sull’uretere schiacciandolo. Anche la fibrosi retroperitoneale, una formazione di tessuto fibroso nella parte posteriore dell’addome, può causarne l’ostruzione.
I calcoli renali
La causa più comune di coliche renali sono i calcoli. Si tratta di sassolini di diverse dimensioni che si trovano nei reni o nell’uretere. Quando tentano di scendere per uscire provocano l’ostruzione e il conseguente dolore.
I calcoli sono formati da calcio in quasi l’80% dei casi. Per questo motivo, alcune condizioni del corpo umano aumentano il rischio di soffrirne. È il caso di ipoparatiroidismo, stile di vita sedentario, prostrazione per lungo tempo o consumo eccessivo di calcio, in pillole ad esempio.
Anche le persone che soffrono di ricorrenti infezioni dell’apparato urinario hanno maggiori probabilità di sviluppare calcoli renali. Sono più comuni tra le donne rispetto agli uomini. I pazienti che portano un catetere urinario sono più a rischio di infezioni, e quindi più inclini a sviluppare i calcoli renali.
Meno del 10% dei calcoli renali è costituito da acido urico. Questi sono comuni nei soggetti affetti da gotta. In questi casi le diete eccessivamente ricche di proteine – dieta iperproteica e da bodybuilding – aumentano l’acido urico nel sangue e finiscono per causare calcoli.
Infine, meno dell’1% dei calcoli è collegato a una malattia genetica chiamata cistinuria. È una malattia rara e viene trasmessa ereditariamente dal genitore al figlio.
Per saperne di più: Dieta per i calcoli renali: consigli ed esempi di menu
Sintomi delle coliche renali
Il sintomo predominante è il dolore precedentemente descritto. Compare all’improvviso ed è estremamente intenso. Parte dalla parte bassa della schiena e si irradia in avanti verso l’inguine come una semi-cintura. Questo dolore è in genere accompagnato da:
- Febbre: non sempre presente. Può essere causata dal dolore stesso o da una concomitante infezione urinaria.
- Disuria: difficoltà di espellere l’urina, correlata all’ostruzione.
- Pollachiuria: aumento della frequenza di minzione. La persona urina più volte, ma in piccole quantità.
- Ematuria: in alcuni casi, i calcoli possono danneggiare l’uretra e causare la comparsa di un po’ di sangue nelle urine.
Diagnosi e trattamento
Sulla base dei sintomi accusati, è facile formulare una diagnosi di coliche renali. Il dolore provocato, di fatto, è caratteristico e non è riconducibile a quasi nessun’altra patologia. L’analisi delle urine e le radiografie possono essere eseguite come esami complementari.
La diagnosi definitiva, tuttavia, si ottiene tramite ecografia renale e vescicale che permette di individuare la presenza di ostruzioni e le dimensioni dei calcoli se presenti. Solo i quadri clinici molto dubbiosi richiedono tomografia.
Il successivo trattamento ha lo scopo di calmare il dolore. A tale scopo, il medico prescrive farmaci antinfiammatori e analgesici da somministrare per via orale o intramuscolare. La flebo viene utilizzata quando il dolore è troppo intenso o il paziente presenta vomito.
Per tenervi informati: Rischi dell’automedicazione per la salute
Una volta calmato il dolore, bisogna intervenire sull’ostruzione dell’apparato urinario. Se si tratta di una patologia che richiede un intervento chirurgico, sarà programmata in anticipo. Nel caso dei calcoli renali, le opzioni terapeutiche sono molteplici:
- Idratazione: se i calcoli sono piccoli, è preferibile attendere l’espulsione spontanea favorendola con abbondante assunzione di liquidi.
- Litotrissia ad onde d’urto: questa procedura utilizza onde esterno al corpo allo scopo di rompere i calcoli facilitarne l’espulsione sotto forma di sabbia.
- Ureteroscopia: è la rimozione chirurgica di calcoli più grandi attraverso l’inserimento endoscopico di un dispositivo attraverso le vie urinarie, fino a raggiungere i calcoli per rimuoverli.
Bibliografia
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