Meibomianite: cause, sintomi e trattamenti

Sono tante le persone che soffrono di meibomianite senza saperlo. Pensano che l'infiammazione o l'arrossamento delle palpebre sia un sintomo trascurabile. Se questa situazione tende a ripresentarsi, diventa necessario sottoporsi a visita medica.

Donna anziana con meibomianite.

La meibomianite è l’infiammazione delle ghiandole di Meibomio, situate nella palpebra superiore e inferiore dell’occhio.

Le suddette ghiandole rilasciano sebo all’interno delle palpebre, ma quando queste diventano più oleose del normale si produce l’infezione.

Il sebo prodotto dalle ghiandole è molto importante per la salute dell’occhio: in sua assenza gli occhi si seccano e si irritano. Tuttavia, se è più denso del previsto, si verifica un accumulo di sebo nelle palpebre che le infiamma.

Questo disturbo è noto come meibomianite, meibomite o infiammazione delle ghiandole di Meibomio. Nella maggior parte dei casi, non determina danni a lungo termine, ma in rare occasioni può provocare ulcere corneali o complicazioni più gravi.

Cause della meibomianite

Donna con infiammazione oculare.
L’infiammazione delle ghiandole di Meibomio è il risultato dell’eccessiva secrezione di sebo in questa area.

Le ghiandole di Meibomio secernono oli che vengono assorbiti lentamente dal film lacrimale, il sottile strato umettato che riveste l’occhio. Questa pellicola è composta perlopiù da acqua che evaporerebbe in assenza degli oli (sebo).

Alcuni disturbi, come la rosacea, l’acne o le allergie, ma anche gli squilibri ormonali in età adolescenziale possono rendono gli oli più densi o più grassi. In questi casi, non si distribuiscono più lungo il film lacrimale, bensì si accumulano ai bordi delle palpebre.

Tale accumulo è nutrimento per diversi batteri che vivono in questa area della pelle. Se i microrganismi proliferano in eccesso, si sviluppa la meibomianite. Capita spesso che questo disturbo si presenti insieme alla blefarite, che provoca anch’essa l’accumulo di una sorta di “forfora” alla base delle ciglia.

Sintomi della meibomianite

I sintomi più evidenti della meibomianite sono arrossamento e infiammazione delle palpebre. Questa situazione può causare una sensazione di sabbiolina negli occhi, bruciore o prurito alle palpebre. Altri sintomi comuni sono i seguenti:

  • Occhi che lacrimano.
  • Desquamazione della pelle intorno all’occhio.
  • Croste sulle ciglia al risveglio.
  • Frequente orzaiolo.
  • Sbattere eccessivamente le cigli.
  • Vista offuscata.
  • Fotosensibilità.
  • Crescita anomala delle ciglia.
  • Caduta delle ciglia.
  • Secchezza oculare.

In quest’ultimo caso, le ghiandole di Meibomio potrebbero essere interconnesse e che ci sia, dunque, una ridotta produzione di sebo. In ogni caso, i sintomi possono essere lievi oppure presentare diversi livelli di gravità. 

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Diagnosi

La meibomianite può essere diagnosticata con una comune visita oculistica. Il medico esploreerà la parte frontale del bulbo oculare, insistendo in particolare sulle palpebre. Potrebbe servirsi di una luce intensa per individuare la possibile ostruzione delle ghiandole di Meibomio.

Talvolta si preleva un campione della secrezione o della crosta presente sulle palpebre. Quindi, verrà inviata in laboratorio per essere analizzata, in modo da individuare l’eventuale presenza di batteri all’interno della secrezione.

In seguito a ciò, il medico disporrà delle informazioni necessarie per stabilire il trattamento più indicato al caso.

Trattamento

Esame agli occhi.
A seguito di una visita agli occhi, il medico stabilirà il trattamento più indicato per combattere i sintomi.

In genere si raccomanda di applicare caldo umido sulle palpebre interessate per calmare i sintomi. Questo va fatto dopo un’accurata pulizia del bordo delle palpebre.

In caso di rosacea o di acne, il medico procederà anche a trattare questi disturbi. In alcuni casi il trattamento della meibomianite può richiedere una o più delle seguenti misure:

  • Spremere la ghiandola meibomiana per estrarre le secrezioni che la ostruiscono e ripulirla.
  • Inserire una cannula all’interno delle aperture delle ghiandole, in modo da eliminare il sebo accumulato.
  • Cura antibiotica.
  • Bere olio di pesce, potenzialmente utile a migliorare il flusso di oli nell’occhio.
  • Applicare una lozione antibiotica sulla palpebra.
  • Assumere un farmaco a base di acido ipocloroso in modo da pulire la palpebra.
  • Utilizzare Lipiflow, un dispositivo che riscalda la palpebra e che contribuisce a disostruire le ghiandole.

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Prevenire è possibile?

Non esiste un modo in particolare per prevenire la meibomianite. Eppure, una misura preziosa consiste nel trattare la rosacea o l’acne, se presenti, in modo da impedire che sfocino in questo disturbo oculare.

Inoltre, è importante evitare alcuni cibi che potrebbero acuire i sintomi, come il cioccolato. A ogni modo, il consiglio principale è mantenere una corrette igiene degli occhi tramite lavaggi oftalmici, ma anche prevedendo pause dagli schermi ed eseguendo esercizi oculari.

In caso di orzaiolo, rivolgersi al medico

I sintomi della meibomianite sono molto fastidiosi, eppure solo raramente sono causa di complicazioni. In altre parole, non sono una minaccia per la vista. Possono tuttavia sfociare in un disturbo cronico, che peggiora la qualità della vita di chi ne soffre.

I trattamenti disponibili non evidenziano immediati miglioramenti. Bisogna essere costanti e dare essi il tempo di agire. Infine, qualora nessun trattamento funzionasse, è importante consultare il medico, soprattutto quando iniziano a comparire spesso orzaioli.

Bibliografia

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