L’erba di Santa Maria (nome scientifico Tanacetum parthenium) è una pianta che appartiene alla famiglia delle Asteraceae, che comprende anche i crisantemi e le margherite. C’è infatti chi la chiama “grande margherita”, per i suoi suggestivi fiori gialli e bianchi.
È originaria della penisola balcanica, ma la sua coltivazione è diffusa in Europa, Asia e Nord Africa. Dalla metà del 19° secolo è stata introdotta in alcune parti degli Stati Uniti. Si distingue sia per i suoi usi ornamentali che per le sue applicazioni medicinali.
Secondo un articolo pubblicato su Pharmacognosy Reviews, l’erba di Santa Maria possiede proprietà antinfiammatorie, cardiotoniche, antispasmodiche, antitumorali ed emmenagoghe. Ciò è dovuto in gran parte al suo contenuto di fitocostituenti, tra i quali spiccano flavonoidi, lattoni sesquiterpenici e pineni. Scopri di più leggendo questo articolo.
Principali benefici dell’erba di Santa Maria
L’erba di Santa Maria viene spesso confusa con la camomilla (Matricaria chamomilla) per la somiglianza dei loro fiori. Tuttavia, i suoi fiori sono leggermente più grandi e di solito emanano un odore forte e amaro. Inoltre, variano anche la sua composizione e i suoi usi medicinali.
Analgesico per l’emicrania
Uno degli usi principali dell’erba Santa Maria ha a che fare con il sollievo dell’emicrania. Sia l’infuso che altri integratori derivati sono spesso usati per calmare questo disturbo. A questo proposito, uno studio in provetta riportato sulla rivista Pain ha prodotto scoperte interessanti.
In questo, i ricercatori hanno determinato che il partenolide, uno dei composti attivi della pianta, aiuta a inibire i recettori della serotonina, diminuendo la vasodilatazione, l’infiammazione e gli spasmi muscolari. Pertanto, aiuta a ridurre la frequenza e l’intensità degli attacchi di emicrania.
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Attività analgesica
L’emicrania non è l’unico dolore che può essere lenito con l’erba Santa Maria. La rivista Phytomedicine ha pubblicato uno studio sugli animali che suggerisce l’attività analgesica in altri tipi di dolore. Per essere più esatti, i ricercatori hanno concluso che favorisce il sollievo del dolore acuto, del dolore neuropatico e del dolore articolare.
Sono necessari ulteriori studi sugli esseri umani per verificare queste proprietà.
Proprietà ansiolitiche e antidepressive
Nella medicina popolare, questa pianta è stata utilizzata come alleato per migliorare l’umore nei casi di ansia e depressione. Tuttavia, non ci sono prove nell’uomo per dimostrare tali effetti.
Come nel caso precedente, uno studio sui topi condiviso nel Journal of Ethnopharmacology suggerisce il potenziale terapeutico di questa pianta. Ciò dimostra che T. parthenium ha un meccanismo d’azione simile agli antidepressivi e agli ansiolitici, intervenendo sul sistema GABAergico.
Effetti collaterali dell’erba di Santa Maria
Il consumo orale dell’erba di Santa Maria è considerato sicuro per la maggior parte delle persone. Gli integratori e l’infusione sono generalmente consigliati per un massimo di 4 mesi.
Anche così, ci sono quelli che sperimentano reazioni indesiderate, come le seguenti:
- Diarrea.
- Rigonfiamento.
- Indigestione.
- Stipsi.
- Bruciore di stomaco.
- Nausea e vomito.
- Cambiamenti mestruali.
In tal caso, è meglio smettere di usarlo e consultare un medico. D’altra parte, data la mancanza di studi sulla sua sicurezza, il suo consumo è sconsigliato nelle donne in gravidanza o in allattamento. Né nei pazienti con una storia di allergia all’ambrosia.
A causa del suo contenuto di partenolide, non è consigliabile masticare le foglie fresche della pianta. Questa sostanza è irritante e può portare a problemi come ulcere alla bocca, gonfiore o perdita del gusto. Infatti, non va applicata direttamente sulla pelle.
Dosaggio e raccomandazioni
In questo momento, gli integratori di erbe Santa Maria possono essere acquistati sotto forma di compresse, polvere o foglie essiccate. L’infusione è solitamente il modo tradizionale di consumo.
Tuttavia, non è stato stabilito un dosaggio esatto. È necessario seguire le raccomandazioni del produttore.
La rivista Drugs specifica che, in caso di emicrania, la dose può variare da 50 a 150 mg al giorno. Il trattamento si estende per un massimo di 4 mesi. In ogni caso, è meglio consultare prima un medico.
Sia nell’emicrania che in altri disturbi, l’erba di Santa Maria è solo un integratore. Pertanto, non dovrebbe essere un trattamento di prima scelta e dovrebbe essere accompagnato da altre misure di cura o terapeutiche suggerite dal professionista.
Alcune possibili interazioni farmacologiche includono:
- Farmaci anticoagulanti o integratori.
- Agenti antinfiammatori non steroidei.
- farmaci protrombotici.
- Salicilati.
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Ulteriori raccomandazioni
L’erba di Santa Maria è usata come coadiuvante per ridurre i sintomi dell’emicrania e le sue recidive. Studi scientifici in provetta e su animali supportano questi vantaggi. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche sugli esseri umani.
È possibile che aiuti in altri disturbi, ma mancano ancora le prove. Ad ogni modo, è un integratore a base di erbe ben tollerato per la maggior parte delle persone. Si raccomanda un consumo prudente, preferibilmente sotto la supervisione di un medico.
Bibliografia
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