Esostosi: quando è necessario operare?

In presenza di una grave forma di esostosi nel condotto uditivo esterno, le misure precauzionali non sono sufficienti a trattare il problema, bisogna sottoporsi a un intervento chirurgico.

Esostosi nelle orecchie.

L’intervento di rimozione dell’esostosi del canale uditivo esterno è la misura indicata nei casi di occlusione totale, o pressoché totale, dello stesso.

Nelle fasi iniziali e avanzate dell’esostosi, la pulizia dell’orecchio risulta alquanto complicata se non impossibile. Ciò causa episodi ricorrenti di otite esterna, che possono persino evolvere nella perdita dell’udito.

Esosotosi del canale uditivo esterno: di cosa si tratta?

Le esostosi del condotto uditivo esterno sono formazioni ossee benigne. Tali escrescenze si manifestano nel condotto uditivo, causandone il restringimento. Si tratta, in genere, di formazioni bilaterali, compaiono sulle pareti antero-inferiori e posteriori del condotto uditivo esterno dell’orecchio.

Sebbene non se conosca la causa esatta, la teoria più accreditata è quella secondo cui l’irritazione del condotto esterno è dovuta al ripetuto contatto con l’acqua fredda. Le esostosi del canale uditivo esterno, di fatto, sono più frequenti tra le persone che praticano sport acquatici.

Quali sono i sintomi associati?

Visita dall'otorino per la diagnosi della esostosi.
Le esostosi sono frequenti in chi pratica sport acquatici e sono la conseguenza di una crescita ossea benigna.

Nella maggior parte dei casi, le esostosi sono asintomatiche. In genere vengono diagnosticate per puro caso durante una visita dall’otorino. In genere, presentano un decorso piuttosto lento e sono asintomatiche nella fase iniziale.

Quando crescono e occludono il condotto, iniziano a comparire i primi fastidi. La crescita delle esostosi favorisce la ritenzione del cerume e dell’acqua nel condotto, provocando ricorrenti episodi di otite.

In linea di massima, quando l’ostruzione del canale uditivo esterno è inferiore al 60%, non causa problemi. Quando supera l’80%, vi è un’incidenza maggiore di otite esterna e ipoacusia trasmissiva.

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Trattamento

Il trattamento dei casi più lievi consiste nell’aspirazione e pulizia dell’orecchio. Andranno poi effettuati dei controlli periodici per monitorarne la crescita.

In tal modo è possibile evitare possibili complicazioni nelle prime fasi del disturbo. In presenza di infezioni concomitanti, in genere vengono prescritte delle gocce antibiotiche.

Rimozione chirurgia dell’esostosi

Intervento chirurgico per rimuovere le esostosi.
L’intervento chirurgico per la rimozione delle escrescenze presenti all’interno dell’orecchio è il trattamento abituale delle forme più gravi di esostosi.

Nei casi più gravi di esostosi, ovvero quando la stenosi del condotto uditivo è pressoché totale, si ricorre all’intervento chirurgico al fine di rimuoverle.

Esistono diverse tecniche chirurgiche per la rimozione dell’esostosi del canale uditivo esterno. Alcune vengono eseguite in anestesia locale, mentre altre in anestesia generale. L’intervento sul condotto può essere retroauricolare o endaurale.

Anche i metodi impiegati per la rimozione dell’esosotite sono diversi. Alcune tecniche prevedono la fresatura, mentre altre impiegano lo scalpello e altre ancora il laser. Oltre a ciò, alcune tecniche chirurgiche prevedono la rimozione da tutte le pareti del condotto uditivo esterno, altre solo dalla parete anteriore, infine altre ancora solo dalla parete posteriore.

Possibili complicazioni a seguito di intervento chirurgico per la rimozione dell’esostosi

L’intervento di rimozione dell’esostosi non è affatto semplice è può provocare diverse complicazioni. Tra le più frequenti ricordiamo:

  • Stenosi postoperatoria del condotto.
  • Lesione del nervo facciale.
  • Perforazione del timpano.
  • Lesioni dell’articolazione temporo-mandibolare.
  • Ipoacusia neurosensoriale.

L’intervento si esegue in anestesia generale o locale, mediante un’incisione dietro l’orecchio con visione microscopica. Il paziente viene generalmente dimesso dopo 24 ore. I punti vengono rimossi dopo una settimana e i tamponi per le orecchie dopo due settimane.

Il paziente può riprendere le sue normali attività dopo 7-14 giorni. Di solito si consiglia di non bagnare l’orecchio fino a completa cicatrizzazione del condotto.

La completa guarigione può richiedere da 1 a 3 mesi. Riguardo all’esito post-intervento, nella maggior parte dei casi si ha la risoluzione dei casi di otite e di occlusione.

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Esistono delle misure preventive?

Donna che soffre di otite.
Sarà sempre il medico a raccomandare la forma di prevenzione più adeguata al singolo caso.

Sebbene molti sportivi che praticano attività acquatiche usino i tappi per le orecchie, questi non si sono dimostrati efficaci nella prevenzione dell’esostosi.

Nei pazienti che presentano già l’esostosi, l’uso dei tappi è controproducente in quanto può spingere il cerume all’interno e peggiorare la situazione. Lo specialista valuterà ogni singolo caso e, in funzione delle abitudini del paziente e del grado di esostosi, consiglierà l’opzione migliore.

Bibliografia

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